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Mighty Purse regala una pochette ricarica smartphone ad una lettrice del blog

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mighty purse italia

C’è una paura che accomuna tutte le donne: il momento in cui il simbolo della batteria del telefono diventa rosso, l’istante in cui ti rendi conto di avere pochi attimi per correre davanti all’unica presa elettrica disponibile, che molto probabilmente sarà già occupata da un’altra donna che pochi istanti prima si era trovata nella nostra stessa situazione.

Insomma se è vero che gli smartphone hanno rivoluzionato il modo di comunicare, è anche vero che hanno aggiunto l’ennesima non necessaria fonte di stress nelle nostre vite; viviamo costantemente legati a loro e regoliamo le nostre abitudini in base a quella percentuale che, imponente, si manifesta sotto i nostri occhi. Lo sanno bene quelli di Mighty Purse, la pochette caricabatterie diventata l’accessorio tecnologico più presente nelle borse delle donne di tutto il mondo, prodotta da Handbag Butler.

“Qual è l’episodio più tragico/comico in cui la vostra batteria era a terra e ne avreste avuto assoluto bisogno?” e se non vi è mai successo niente del genere, “Quanto avreste bisogno di un caricabatterie portatile per non trovarvi più a secco?” rispondete a questa domanda e una di voi può ricevere in regalo una pochette Mighty Purse per ricaricare il suo smartphone. Oppure potete decidere di repostare la foto che ho pubblicato sul mio account Instagram @sonia_grispo e scrivere lì il vostro commento, usando l’hashtag #mightypurseinitalia e taggando me (@sonia_grispo) e @FGZ_italia (il profilo ufficiale del brand). E’ compatibile con Samsung, Apple, Blackberry, HTC e altri. L’ 1 Novembre sceglieremo il commento che ci farà più sorridere e l’utente che lo ha scritto riceverà la pochette in regalo.

Io la uso ogni giorno ormai, la tengo dentro la borsa o la uso da sola, specialmente la sera, come una comune clutch poi, quando la batteria del mio teleofno è scarica, tiro fuori il cavetto e lo collego alla borsa. Niente più schiavitù da prese elettriche e fonti di energia varie. Di Mighty Purse vi ho già parlato QUI lo scorso anno.

28 Commenti. Nuovo commento

  • *che abitiamo non solo nello stesso paese ma anche nella stessa strada.

  • Salgo sul treno, prendo posto vicino al finestrino e mi accorgo di avere la batteria al 20%. Poco male, mi dico, tanto devo solo chiamare mia madre, due stazioni prima di quella del mio paesino, affinché mi venga a prendere una volta arrivata.
    Ogni volta, quando le lezioni all’università terminano nel pomeriggio, la mia batteria è irrimediabilmente al limite.
    “Ma no, dai, durerà” cerco di autoconvincermi e invece la batteria è inesorabilmente scesa al 10% un quarto d’ora prima del previsto. Inizio a pensare al piano b, in vista dell’improvviso (e certo) spegnimento del cellulare, e intanto ascolto con interesse i discorsi dei miei due vicini di posto. Discutono di latino e greco, e di alcuni libri comprati al mercatino dell’usato, delle vere e proprie occasioni, stando a quel che dicono. Vorrei tanto partecipare a quel discorso, ma devo interromperli per chiedere invece se gentilmente qualcuno di loro due avrebbe potuto prestarmi lo smartphone per fare una chiamata.
    “Oh, succede spesso anche a me!” dice uno dei due, “è una vera seccatura”.
    Intanto, nessuna risposta da parte di mia madre che probabilmente prova a sua volta a rintracciarmi, mentre sono quasi arrivata a destinazione. Noto con sorpresa che anche il ragazzo si prepara per scendere alla prossima fermata, e mi chiede “ah, ma sei anche del mio stesso paese?” ed io “ma che davvero?” sperando che mia madre rispondesse il prima possibile. Fortunatamente, all’ultimo squillo, sento la voce di mia madre e le dico di essere arrivata. Quando scendo dal treno, ringrazio ancora il ragazzo gentile e gli dico che avrei potuto accompagnarlo a casa, per ricambiare il favore. Dopo tanti convenevoli, mi dice la sua via e scopriamo che abitiamo non solo nello stesso ma anche nella stessa strada. Mia madre, in macchina, fa il terzo grado allo sconosciuto ed io imbarazzantissima fingo di averlo già conosciuto in un’altra occasione. Lui mi regge il gioco e promette che la prossima volta ricambierà lo strappo a casa.
    “Magari la prossima volta non sembro un disperato che ti ha abbordato in stazione” mi dice.
    “Magari la prossima volta piuttosto che una storia simpatica ne racconterò una tragica” – fidandomi di sconosciuti a caso – mi dico. E nella mia testa è già cronaca nera.

  • Cara Sonia, è sempre un piacere leggere il tuo blog e venire a conoscenza di novità utili e hi-tech come in questo caso.
    Ricordo di aver letto riguardo questa pochette tecnologica l’anno scorso ed ho subito pensato che sarebbe l’accessorio indispensabile ed immancabile nella borsa di ogni donna.
    Pensa che mi sono ritrovata miliardi di volte con la batteria scarica nel bel mezzo del pomeriggio o la sera, ma se sono in casa non me ne preoccupo. Il problema sorge quando sono fuori casa, ed io per via del mio lavoro lo sono spesso.
    Viaggio in macchina perché mi sposto in tutta la Sicilia Orientale in quanto collaboro con un’azienda farmaceutica.
    Una sera ero in autostrada ed ho forato. Mi sono ritrovata da sola in un’area di parcheggio con il cellulare scarico e lontana kilometri da un’area di servizio. Per fortuna sono riuscita a non andare nel panico. Mi sono rimboccata le maniche ed ho sostituito da sola per la prima volta la ruota della mia auto. E’ stata una gran faticaccia e ricordo che mentre tentavo invano di rianimare il mio smartphone pensavo a quanto sarebbe stato bello avere Mighty Purse nella mia borsa e ripetevo come un automa: “MAI PIU’ SENZA MIGHTY PURSE…MAI PIU’ SENZA MIGHTY PURSE”.

  • mi sveglio 100%, faccio colazione 75%, doccia vestiti tucco 50%, esco di casa 5%. storia della mia vita che potrebbe cambiare con questa bella pochette! :)

  • E che ve lo dico a fare? La batteria del cellulare mi lascia sempre quando ho qualcosa da immortalare e non ho portato la digitale dietro, quando ho una telefonata essenziale, quando devo cercare una via per non perdermi… Uff… la legge di Murphy qui la fa proprio da padrone…

  • Credo sia capitato a ognuna di noi di attendere con trepidazione la telefonata del ragazzo che ci fa impazzire. Allo stesso modo è capitato a ognuna di noi di dribblare le a volte insistenti avances di quelli che non ci interessano. Forse però non è capitato a tutte che i due eventi si intrecciassero drammaticamente nella stessa giornata. Marco rifiutava categoricamente l’idea di non interessarmi e decise di prendermi per sfinimento dichiarando che mi avrebbe inviato 100 sms nella stessa giornata indipendentemente da una mia risposta. Riccardo, un ragazzo superaffascinante appena conosciuto e che l’indomani sarebbe partito per lavoro, mi disse che mi avrebbe chiamata in serata una volta finiti i suoi impegni. Ecco, nonostante al decimo, ventesimo e trentesimo messaggio di Marco, lo avessi pregato di piantarla, lui, come dichiarato, era determinatissimo ad arrivare a 100. Io ero fuori casa per lavoro da un giorno intero e tornare a casa (molto distante) avrebbe significato non vedere Riccardo. Ed ero ovviamente senza caricabatterie. La percentuale non faceva che abbassarsi e la telefonata desiderata non arrivava mai. Intorno alle ore 22, quando Marco era al messaggio n. 82 arrivo’ finalmente la telefonata di Riccardo. Giusto il tempo di leggere il suo nome sul display e il telefono si spense.
    Arrivai a casa sconsolata dopo circa un’ora e mezza. Misi il telefono a caricare e trovai i 18 sms rimanenti di quel folle oltre a 4 tentativi di chiamata del principe azzurro che non ero riuscita a incontrare.
    Gran finale: il giorno dopo l’amico che mi aveva presentato Riccardo mi confessò che tutti gli impegni che aveva il giorno prima della sua partenza erano tutti con donne. In pratica ero una della lista. Morale: non tutti quelli che insegui ti fanno del bene. Non tutti quelli da cui scappi ti fanno del male.

  • Mi è capitato tantissime volte che la batteria del mio telefono rimanesse a secco (che fosse un cellulare o smartphone poco importa…) comunque una delle volte più traumatiche fu quando, qualche anno fa, mi ritrovai da sola di notte in stazione a Napoli, di ritorno da un viaggio di lavoro a Milano. Doveva venirmi a prendere il mio ragazzo dell’epoca che ovviamente, dopo mezz’ora dal mio arrivo non si era ancora palesato. Temporeggio, avendo la batteria del telefono praticamente scarica, nella vana speranza di vederlo comparire. Il tempo passava, la batteria moriva sempre di più e di lui non c’era traccia. Nella stazione con me c’erano pochissime persone, per lo più clochard intenti a ripararsi per la notte. Abbastanza disperata, decido di provare a chiamare il mio ragazzo ma ovviamente, il telefono mi abbandona un nano secondo dopo averlo recuperato dalla tasca del mio cappotto. Mi seggo come una povera disgraziata su una panchina e inizio a piangere disperata. Qualche minuto dopo, un aiuto divino: due ragazze mi si avvicinano, offrendomi il loro telefono. Anche loro come me erano arrivate da poco in stazione e avendomi vista così sconsolata, avevano deciso di avvicinarsi. Finalmente riuscii a chiamare il mio ragazzo e a tornare a casa sana e salva.
    Per la cronaca, dopo poco ci lasciammo. Uno che ti lascia aspettare un’ora di notte alla stazione di notte non merita assolutamente alcuna considerazione.

  • Ascensore bloccato…cellullare scarico!!
    Ok niente panico abbiamo il cellulare di scorta
    Cambio la sim e mentre la estraggo la sim mi si rompe!!!
    Ancora più panico!!!
    Con un po’ di pazienza la inserisco nel cellulare (tanto il tempo dovevo farlo passare in qualche modo).
    Accendo il secondo cellulare e tataaaaaaaa anche quello scarico!!!!

  • Lisbona, Giugno 2014…
    Prima vacanza in compagnia del mio ragazzo. Arriviamo a destinazione dopo un viaggio costituito da due scali… Vivendo in sardegna almeno uno scalo è d’obbligo, ma arriviamo comunque nel pomeriggio. Appena arrivati prendiamo la metro che ci porterà all’albergo, e troviamo l’albergo senza alcun problema. Non abbastanza stanchi dal viaggio decidiamo, dopo esserci sistemati un pò, di girovagare per la città, fotografando entrambi ogni minimo angolo, poichè tutto ci sembrava bellissimo e degno di essere immortalato. Lui decide anche di utilizzare internet e chiamate secondo il suo piano tariffario, per poter navigare senza problemi, senza essere quindi schiavi della ricerca del wifi ovunque. Dopo una serata passata a fotografare ogni centimetro quadrato della città, decidiamo di tornare in albergo a riposarci, stanchissimi ma felici. Ci viene un’idea geniale. Perchè scendere alla fermata della metro in cui siamo scesi la mattina, pur conoscendo la strada dato che l’avevamo fatta la mattina? complichiamoci la vita decidendo di scegliere un’altra fermata che apparentemente è più vicina. Idea geniale, soprattutto alle dieci di sera. Risultato? ovviamente non troviamo la strada giusta per tornare in albergo. Lui decide quindi di usare google maps, ma il cellulare, essendo all’1% magicamente si spegne. Decido quindi di attivarmi anche io la promozione del mio piano tariffario, anche se per due ore, e grazie a google maps ci avviciniamo pian piano all’albergo, quando magicamente si spegne anche il mio telefono. Fortunatamente non eravamo lontanissimi, e grazie ad alcuni gentili signori che hanno sentito e capito la nostra disperazione, siamo riusciti finalmente a trovarlo. Senza di loro probabilmente staremo ancora vagando per la città. Che dite, potrei aver bisogno della pochette ricarica smartphone? :)

  • Sembrerà impossibile ma a me è successo.
    Ero in aeroporto per tornare a Roma, con una mia amica (con la differenza che lei era di Torino). Prima che ognuna andasse al proprio gate, incontriamo un ragazzo (di Roma per giunta) non solo abbastanza gentile, ma anche piuttosto carino. Così andiamo al bar e tra una chiacchierata e l’altra, dopo aver salutato la mia amica noi ci incamminiamo verso il nostro gate. Dato che lui voleva restare in contatto con me, ma avendo il cellulare scarico, mi dice di segnarsi il suo numero, solo che Io ero all’oscuro che il mio fosse al 3% e il carica batterie si trovasse nella valigia (in stiva). Decisi di non dirgli di questo piccolo inconveniente e mentre lui me lo stava dicendo, il mio cellulare dal 3% arrivò all’1% e si spense.
    Ovviamente dopo non sarei mai andata da lui a chiederglielo nuovamente, non è da me e non avrei mai fatto una brutta figura.
    Così non avendo foglio e penna, non sapendo Io il suo cognome e lui il mio (per poterci poi cercare sui social network), ripetei il suo numero tra me e me per circa 1.00h, solo che tra: “prego biglietto e documento,” “benevenuta a bordo..” “desidera dolce o salto?” e una coppia accanto a me che non smetteva di parlare.. Confusi qualche numero e quando arrivai a Roma, qualche giorno dopo, gli scrissi un messaggio.. ma non era lui. Non l’ho più visto e sentito, è rimasto tutto così, in sospeso nonostante tutto. La Mighty Purse mi avrebbe fatto comodo quella volta, non solo per fare ancora più colpo, ma anche per non finire di fare la figura di quella che non gli scrisse mai.. PS: aggiungerei che è molto simile al colore della mia valigia. ;-)

  • Momenti di panico quando ti trovi a Parigi (dove hai sempre sognato di andare fin da quando eri piccola) con il tuo lui (romanticismo 100%) e arrivi al tramonto sotto la tour eiffel con macchina fotografica e telefono a terra.
    Heartbreaking.

  • Ilaria Alborghetti
    25 Ottobre 2014 10:36

    Beh mi chiedete se ho bisogno di un caricabatterie portatile per il telefono? Non ne ho bisogno proprio è necessario!!! Ogni volta che esco con il mio ragazzo lui ha il cellulare come minimo al 20% di batteria quindi la presa dell’auto è sempre occupata col suo telefono e se serve a me mai che possa ricaricare il telefono. Direte, stacca il suo e attacca il tuo ma… per amore mi sacrifico!! Quindi la Mighty Purse risolverebbe ogni problema e in piu farei pure bella figura con lui lasciandolo caricare il suo telefono mentre il mio viene caricato di nascosto dalla borsa!! Furba no??

  • Luglio 2014. Era la mia ultima sera a Chicago e con i miei amici avevamo deciso di festeggiare e andare a vedere la partita dei White Sox. Esco dall’ultima lezione tutta contenta e mi informano che non sono riusciti a stamparmi il biglietto. Avevamo solo la mail nell’iphone e pensavamo bastasse. Ai cancelli all’entrata mi bloccano. Il biglietto si deve stampare e quindi io e la mia amica andiamo in avanscoperta alla ricerca della biglietteria. Quando finalmente la troviamo…il cell si spegne tutto d’un botto! I nostri amici erano già entrati e non avevamo nessuno modo per contattarli. Per un gran colpo di fortuna quel giorno avevo portato con me il caricabatterie “perchè non si sa mai” e…sono riuscita a godermi la mia ultima serata americana!

  • Secondo anno di universitá, periodo natalizio, Salerno completamente nel caos causa luci d’artista. Dovevo andare ad un colloquio da un architetto per uno stage estivo. Sono sul bus, quasi arrivata alla mia bramata meta, dopo aver resistito a placcaggi e folla delirante. Scendo e mi accorgo che il mio ‘fidato’ cellulare mi aveva abbandonata da un bel po’. Non mi perdo d’animo ed entro nello studio. Mi sedio, chiacchiero tranquillamente. Mi dico che sta andando tutto alla grande, ho il mio esaminatore in pugno. Sul più bello squilla il telefono fisso nello studio. Il mio interlocutore risponde, mi guarda e comincia a sorridere dicendo ‘Sì sì è qui’. Erano i miei genitori che, preoccupati dalla mia latitanza causata dal cellulare che ancora una volta mi aveva abbandonata sul più bello, avevano chiamato lo studio per sapere se fossi lì. L’architetto era tranquillissimo, anche divertito dalla cosa. Io un po’ di meno. Da allora giro con il caricabatterie in borsa. Sarebbe carino sostituirlo con la pochette che me lo ricarica senza bisogno di una fonte. Giusto per non fare più figuracce in giro.

  • Fantastica ! Un’idea geniale !
    Un bacio,
    Elisa.
    My Fantabulous World

  • Quel periodo romantico, da farfalle nello stomaco e grilli per la testa.
    Quando il cuore sussulta ad ogni “drin” del telefono, ad ogni pallino rosso accanto alle icon di messaggi, whatsapp e messenger. Insomma, quel momento perfetto e beato dell’innamoramento.
    Ci eravamo visti sempre con altri amici, per caso. Un lui e una lei che non riescono mai a vedersi, vivendo in due città diverse. Avevamo iniziato a sentirci poco alla volta e poi sempre più spesso. Dopo un paio di settimane di messaggi del buongiorno, di foto scattate al pranzo e inviate per far sapere che si, sarebbe stato bello condividere quel cibo con lui, ci incontriamo per l’ennesima volta insieme a degli amici. Mentre siamo li, in mezzo a tante persone, continuiamo a inviarci messaggi da dentro la borsa e da sotto il tavolo. Decidiamo di staccarci dai gruppi e andare a bere una cosa insieme. Da soli. Io e lui.
    Ne parlo con le amiche attendendo l’sms di lui che mi dirà dove vederci. Arriva la notifica del messaggio e io sto salutando l’ultima amica che mi dice “Divertiti!”. Tutta contenta prendo il telefono e…boom! Si spegne proprio mentre sto aprendo il messaggio.

    Morale della favola: torno a casa, dopo 40 minuti alla guida. Tutta di corsa e sudata, metto sotto carica il telefono e scopro che aveva allertato tutti gli amici non avendo ricevuto risposta e mi sono pure beccata una strigliata da ben 7 persone spaventate a morte.
    Con la Mighty Purse non avrei fatto venire un mezzo infarto ai miei amici e avrei bevuto uno Chardonnay con lui.

  • Tresy Petraglia
    23 Ottobre 2014 14:49

    17 dicembre 2013. Dopo una lunga ed interminabile giornata passata all’università tra corsi e studio, finalmente è arrivata l’ora di tornare a casa. Una mia amica mi dice: “Vuoi un passaggio?” ed io: “Tranquilla, tra pochi minuti passerà il pullman, grazie lo stesso!”. Sono le 18:06. Saluto la mia amica e mi incammino per arrivare alla fermata del pullman. Non ci sono ne pensiline ne panchine, mi toccherà stare in piedi, ma va bene, devo aspettare poco tempo. 18:18, del pullman non c’è nemmeno l’ombra. Prendo le mie cuffiette, le attacco al telefono e inizio ad ascoltare la mia canzone preferita. 18: 34 , inizia a diluviare. Non ho l’ombrello. Bene. Va tutto bene. Tra me e me penso “dai passerà tra poco il pullman!”. 18:40 , ancora nulla. Io intanto sono mezza zuppa. 19:20 PULLMAN! FINALMENTE! Salgo. Il pullman è pieno. Bene, mi toccherà stare in piedi, ma non fa nulla, sto per tornare a casa. Il pullman prende l’autostrada, fuori piove ancora e l’unica cosa a cui riesco a pensare è il mio letto caldo che mi aspetta. 19:40 , il pullman si ferma. Guardo fuori, ma non riesco a capire dove siamo, i finestrini sono tutti appannati. Sento la voce dell’autista: “Ragazzi scendete, il pullman ha avuto un guasto. Ho chiamato la centrale, tra pochi minuti ne arriverà un altro.” “Benissimo!”, esclamo nella mia mente, “sempre la solita sfortuna! Arriverò dopodomani a casa!”. 20:06 arriva il pullman, salgo, stavolta riesco a sedermi. Continuo ad ascoltare la musica. Sono arrivata. (Non a casa) Finalmente! Scendo dal pullman, sono le 20:20, dovrò aspettare altri venti minuti per poter prendere il pullman che mi porterà sotto casa. Fortunatamente qui c’è la pensilina, quindi riesco a ripararmi. Prendo il telefono, mando un messaggio a mia madre, “Tra poco torno a casa, preparami qualcosa di caldo, ne ho proprio bisogno!”. Guardo la carica e mi accorgo che il telefono è al 3%. Cavolo! Stacco la musica ed internet. Dopo 5 minuti il telefono muore. Non fa nulla, tanto non devo chiamare nessuno. Chiedo ad un passante l’orario, sono le 20:40. Bene, a momenti passerà il pullman.. Chiedo ad un altro passante l’orario. 21:00. COSA?! Parlo con un addetto ai pullman: “Mi scusi, il 15 non doveva passare alle 20:40 ?” E lui mi risponde: “Mi dispiace signorina, ma hanno soppresso le corse!” COSA? ! COSA MI STA DICENDO CHE NON CI SONO PIÙ PULLMAN CHE MI PORTANO A CASA?! Ok. Stiamo calmi. Devo chiamare mia madre, deve venirmi a prendere! Cavolo non posso! Non conosco il numero di nessuno! Ed ora come faccio?! Guardo la strada. È deserta. Niente, non posso chiedere il passaggio a nessuno. Inizio ad incamminarmi sotto il diluvio. Senza ombrello. Sola.
    CASA! Busso. Mi apre mia madre, mi guarda e dice: “Ma sono le 22! Dove sei stata?!” Le racconto del pullman e mi dice “Potevi chimarmi, ti venivo a prendere!” …”Si mamma.. certo!”.

  • Il mio episodio è recente molto più comico che tragico! Uscita da un centro commerciale fuori città … Ci dirigiamo io e il mio ragazzo verso il motorino … Indossiamo i relativi caschi .. Lui sale … Io faccio per salire dietro ma una fitta improvvisa alla gamba non mi permette di salire !! Ed ecco che invece che lui parte … Si lo vedo allontanare … Penso tra me ora gira … Invece nulla !! Sparisce :) era convinta che fossi salita!!!! Il cell già scarico muore al tentativo di chiamata!! Dopo un po me lo vedo tornare spaventato dicendomi che si era accorto che non ero con lui solo girandosi per dirmi sento freddo :)!!! Io in lacrime dal ridere :)

  • L’episodio più tragico che mi son trovata a vivere è stato quando, un bel pomeriggio, uscita da scuola, decido di rimanere in giro per incontrare un ragazzo. Sfortunatamente abitavo a 30km di distanza rispetto al posto in cui andavo a scuola. Così mentre gli scrivevo via whatsapp dove fossi noto la batteria al 4% allora decido di spegnere la connessione e chiamarlo. Non mi rispose. Andai in panico, la batteria continuava a scendere. Non feci in tempo a scrivergli un sms che il cellulare mi abbandonó.
    Fortunatamente avevo bello zaino il carica batteria, così con un po’ di coraggio entrai nel primo bar aperto che trovai e chiedi poter ricaricare! Tutto finì per il meglio

  • Arrivo a casa dopo una giornata di lavoro e scopro di aver dimenticato in uff le chiavi di casa (distanza?? 30 km). Mia madre ha una copia ma era in ferie, mio fratello ha una copia delle chiavi di mia madre ma…cell scarico ahhhhhhhhhhhh

  • Marzo 2014 – New York – ore 18.00: Anna (io) e l’amica Daniela decidono di abbandonare la Broadway e addentrarsi in Chinatown alla ricerca dell’Apotheke, un locale “fighissimo, se vai a Ney York non puoi non andarci”.
    Piuttosto scettiche ma al tempo stesso curiose e desiderose di bere uno dei cocktails più buoni della città ci incamminiamo. Daniela vorrebbe optare per un taxi, tanto lì basta muovere leggermente la mano, ma io dico: “Ma no, è inutile, il GPS lo segnala vicinissimo, se poi tagliamo in qualche vicolo stretto che la cartina della Lonely Planet non segna, accorciamo ancora di più il tragitto”. Intanto viene buio, attraversiamo bancarelle di pesce e botteghe con accessori improbabili. La voce del navigatore le conduce in una specie di labirinto e noi siamo tranquille, c’è lei, la voce guida, chi ci può fermare?!
    Scatto una foto e il telefono mi avverte di non poter usare il flash poiché la batteria è scarica.. Ma come scarica??!! Vabè dai, camminiamo più velocemente.. Rapide rapide.. Ma ci stiamo allontanando dal locale invece di avvicinarci.. E ad un tratto l’effetto più temuto in assoluto: la vibrazione pre spegnimento.. Nooo! E adesso??!! Nero. Il buio. Zero. Morto.
    Il racconto è finito ma per farvi dormire sonni tranquilli vi racconto come è finito: abbiamo girovagato per 15 minuti scoprendo poi che stavamo facendo lo stesso quadrato di strade, ci siamo applicate con cartina e indicazioni date a voce prima di partire da colleghi milanesi che a New York ci vanno sempre (se vabbè).. Il locale non ha insegna luminosa, si entra da un anonimo portoncino e ci si trova davanti una tenda di velluto che non sapevamo se aprire oppure no. Varcata la soglia.. Tadaaaa.. Un locale davvero bello che fa cocktail gustosissimi con ingredienti naturali. Una gentilissima ragazza ci fa accomodare al tavolo e decido di affidarle il mio scettro, lo smartphone, con caricatore annesso, per ridargli vita!

  • Ma non si può comprare? Grazie

  • L’episodio più tragicomico che mi è successo a causa della batteria deceduta del mio smartphone è stato quando i miei genitori erano andati al mare, io furba ho pensato bene di uscire lasciando le chiavi in casa. Quando sono tornata ho cercato di chiamare subito una amica, ma nel momento in cui è iniziata la telefonata il mio cellulare ha pensato bene di abbandonarmi! Allora sono uscita per andare da una mia vicina e la mia amica, preoccupata, e venuta a casa mia per cercarmi.. Ha dovuto scavalcare il cancello, per cui il mio cane pensava fosse un ladro e ha iniziato ad abbaiare e lei non sapeva più come fare per paura di essere sbranata! Ahahha… La mighty purse mi farebbe molto comodo, anche la mia amica concorda ;) ciao!!

  • Il mio aneddoto è quasi tragicomico.
    Mi trovavo in autostrada con uno degli amori della mia vita. Romeo, cucciolo di cocker spaniel che, in quei giorni, accusava qualche disturbo gastrointestinale.
    Mentre canticchiavo, il mio Romeo inizia a non stare per niente bene. Decido di chiamare il mio veterinario di fiducia quando mi accorgo che il mio iphone aveva solo il 2% di batteria. Volevo morire!!!!
    Inizia così la mia corsa in autostrada, manco fossi un pilota F1, per raggiungere la prima stazione di servizio che ahimè distava quasi 50 KM!
    Dopo una corsa che non ho mai più ripetuto in vita mia, raggiungo una stazione di servizio e come una pazza chiedo di fa caricare il telefono visto che il mio Romeo stava male.
    Il caso volle che al bancone del bar ci fosse un veterinario che riuscì a curare il mio cucciolo, trasformando la stazione di servizio in un ambulatorio per Romeo =)
    Da quel giorno io e il veterinario diventammo grandi amici!!! :)

  • Immagino che sia successo a tutte noi di essere abbandonate dalla “tecnologia” nei momenti meno opportuni. La volta peggiore è stata quando mi sono persa nella città del mio ragazzo una delle prime volte che lo andavo a trovare, stavo facendo un giro per negozi mentre lui era al lavoro e, persa nello shopping, mi ero scordata di aver lasciato il navigatore accesso! Nel giro di due ore mi ha mangiato tutta la batteria e quando faccio per riprenderlo in mano per farmi guidare a casa …il panico! Melafonino morto!!! Indecisa se prenderla a ridere o mettermi a piangere rifletto sul da farsi. Il numero del mio ragazzo a memoria non lo sò, l’indirizzo di casa neanche….che fare?Alla fine ho fermato un passante, chiamato mia sorella (il suo numero a memoria lo sapevo) che ha chiamato il mio ragazzo che mi è venuta a prendere. Giuro che c’è stato un attimo in cui ho pensato di andare alla stazione e prendere un treno per tornare a casa mia! Da allora tengo sempre i numeri e gli indirizzi utili segnati in un post-it nel portafogli ma una batteria portatile credo proprio che mi farebbe molto comodo!

  • L’episodio più tragicomico che mi è capitato risale a qualche mese fa. Stufa del mio iphone 3g ormai non più funzionante, mi sono recata a comprare un nuovo telefono. Quel giorno c’era un temporale orribile, ma impavida delle intemperie mi sono messa alla guida della mia macchinina e sono andata. Entro nel centro, compro il mio bel telefono, e tutta fiera ritorno in auto. Beh, dopo pochi metri mi accorgo che, a causa dell’alluvione, l’unica strada che conoscevo era stata CHIUSA. Senza demoralizzarmi faccio inversione alla ricerca di una nuova via.. chiusa anche questa per il maltempo! Di fretta prendo il mio nuovo telefono per chiamare mia madre e farmi indicare una nuova strada (avrei dovuto dirvi che il mio senso dell’orientamento è pari a 0) ma essendo nuovo…COMPLETAMENTE SCARICO! Allora riprendo in mano il mio vecchio telefono ma la sim era stata disattivata un minuti prima (e non potevo nemmeno metterci quella nuova essendo che il telefono era stato vittima di innumerevoli voli e non si apriva nemmeno più!!) Morale: sono rimasta in auto a piangere finchè non è uscito il sole e hanno riaperto le strade, la Mighty Purse avrebbe fatto davvero comodo!

  • Portofino. Giugno 2014. Ore 23:30.
    Lana Del Rey seduta a 10 metri da me insieme ad Afef e altre persone.
    Prendo coraggio,mi alzo, mi scuso per il disturbo e le chiedo cortesemente di farsi una foto con me.
    Peccato che il mio iphone fosse al 4% e dopo lo scatto si è spento definitivamente con l’amara sorpresa,una volta
    tornata a casa e riacceso, di non aver salvato la foto nella galleria.
    …ancora mi devo riprendere dallo shock

    W la pochette carica batteria! Che grande invenZione!

  • mamma mia ne ho bisogno assolutamente, in più è bellissima. ore 11.50 batteria al 18% uff

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