Arriva Primark in Italia. Questa è la notizia martellante che si sta diffondendo a macchia d’olio sul web, ma facciamo alcune premesse: per chi non la conoscesse Primark è una catena di negozi di fast fashion, quindi molto economica, anche più di H&M, con base in Irlanda, che attualmente conta 270 negozi in ben nove paesi. Ho scritto di Primark qualche anno fa e trovate l’articolo QUI.
Accessori, abbigliamento uomo, donna e bambino, homewear tutto a prezzi decisamente abbordabili (certo anche qui bisogna saper scegliere). Le prime città in cui è prevista la realizzazione degli store entro la fine del 2015 sono Milano, Roma e Venezia. Si tratta di grandi negozi, spesso su più livelli, situati nelle zone centrali delle città o all’interno di centri commerciali. Non ci resta che aspettare, dopo la notizia dell’apertura dello shop online di H&M, di sapere quando potremo fare shopping da Primark!


15 Commenti. Nuovo commento
Finalmente la Primark anche in Italia….shopping sfrenato….:-)…:-)
Sono d’accodo con Francesca. Spendere poco non significa favorire lo sfruttamento. Anche grandi marche usano manodopera a basso costo. Qualche anno fa alle iene hanno mostrato un servizio shock di alcuni operai turchi che stavano tutti morendo di tumore ai polmoni. Si erano ammaltai schiarendo i jeans attraverso il metodo della sabbiatura, i committenti erano brand di famosissimi stilisti italiani.
Siete dei poveri illusi se credete che spendere di piú significhi non essere complici dello sfruttamento della manodopera. Andate solo ad arricchire maggiormente poche persone che a loro volta sfruttano la manodopera. Un piccolo passaggio che vi rende complici allo stesso modo. Svegliatevi gente: le marche piú blasonate hanno fabbriche nel terzo mondo!
Ciao Lory, hai perfettamente ragione. L’arte del riuso, del passaggio, della “cessione” la applico da una vita e negli ultimi anni ancora di più., è un modo per dare nuova vita ad abiti in disuso che non meriterebbero di essere buttati e anche di favorire chi non può o non vuole acquistare. Grazie per il link, vado subito a vederlo.
È tempo di uscire dal meccanismo del consumismo. Comprare sempre, spendere il meno possibile e riempire le case di Roba.
Per vestire i piccoli bisogna incentivare sempre più il riuso dell’abbigliamento, lo scambio, i grandi imparino l’arte del reinventare, dell’abbinare. Suggerisco di approfondire i concetti della decrescita felice e magari di buttare un occhio all’interessantissimo video “La storia delle cose
“Guarda “La Storia delle Cose” su YouTube
La Storia delle Cose: http://youtu.be/fZdGPRThjrA
http://www.theguardian.com/world/2013/oct/24/primark-compensation-rana-plaza-factory-collapse-bangladesh
Volete comprare a PRIMARK???
Eh beh certo Silvia capizzi, preferisci comprare da h&m dove effettivamente sull’etichetta non vè scritto “made in china” bensì “made in albania” o “made in bagladesh” (idem zara. Ci ho lavorato)
Ed è ovvio che li non viene sfruttata la manodopera, nevvero?
Che poi il bello è che anche se compri appunto nelle medio-grandi firme trovi scritto “made in prc” (ci lavoro.)
Quindi un grande applauso al tuo intelligentissimo intervento da pignoletta giusto per.
Io sono STRAFELICE se Primark aprirá in italia! Evviva il low cost! Evviva Primark!!!!
Sono felice dell’apertura di Primark così ci saranno nuove assunzioni e non mi sento in colpa dello sfruttamento del Bangladesh, perché il mio datore di lavoro lo fa con me ogni giorno e a nessuno importa nulla.
concordo pienamente con dario, visitando londra e dublino ho avuto il piacere di entrare in negozi primark e pennys, roba scarsa di qualità e scarpe con nemmeno di 10 sterline che avevano quel tipico cattivo odore della manifatturiera cinese. come rapporto qualità-prezzo è molto preferibile sicuramente H&M
Se non avessi letto il commento sopra la prima domanda sarebbe stata: è made in China? Beh, Bangladesh, ma il concetto non cambia. Preferisco spendere di più ma non essere complice di questo meccanismo.
Le belle belle notizie :D
Dario sono daccordissimo con te anche se sai dove è stata confezionata la mia polo lacoste? e non credo che i ragazzi del bangladesh non siano stati sfruttati……
Che amarezza..
Per rispondere al commento sopra …..io credo che la maggior parte dei brand vada a confezionare i propri prodotti dove costa meno… su quante etichette abbiamo letto made in Taiwan o China? NON E’ una caratteristica solo di primark e’ una regola del mercato ormai…produci dove costa meno!! Con questo non dico sia corretto…uindi assicurati che i vestiti che compri siano confezionati in Italia….non sempre spendere di piu’ significa comprare prodotti 100% italiani!! a mio parere, menomale che c’e’ primark e soprattutto menomale che arrivi in questo momento di crisi perche’ sempre piu’ persone non hanno le possibilita’ economiche di spendere neanche piu’ da Zara ormaqu
Vedo gli effetti dello ‘shopping da primark’ davanti a miei occhi tutti giorni – vivo e lavoro in Inghillterra – e sapere che la cultura dell’usa e getta ,di maglie che costano solo €3 e scarpe che ne costano € 5, arrivera’ anche in Italia mi riempie di tristezza. Il problema fondamentale e’ che dietro prezzi cosi’ bassi e qualita’ cosi’ bassa c’e’ tutto il processo di sfruttamento delle aziende manifatturiere in Bangladesh…Primark e’ uno dei marchi coinvolti nel crollo del Rana Plaza un anno fa. Perosnalmente non compro piu’ nulla da Primark, anche quando ne ho bisogno. Aspetto di avere qualche solodo in piu’ e comprare altrove.