
Che aspetto avrebbe avuto Madonna se gli scatti della scorsa campagna di Louis Vuitton, di cui è stata protagonista, non fossero stati accuratamente ed esageratamente photoshoppati? oltre a smussamenti e levigazioni abbondanti, sul viso appare più snello, la pelle più tirata, il collo allungato, la postura in generale meno goffa e i muscoli dell’ultra cinquantenne forzina levigati e addolciti. Insomma tutta un’altra immagine.
Una delusione non solo per la modella ma anche per il fotografo, Steven Meisel, guardando il primo scatto, quello originale, mi chiedo dove stia il genio di un fotografo acclamato e richiesto dalle più prestigiose maison. Photoshop rende ormai tutti grandi fotografi (dopo le dovute correzioni digitali) e a questo punto converrebbe ingaggiare fotografi meno famosi (e dai compensi meno elevati) così da far risparmiare le maison, che potremmo di conseguenza diminuire i prezzi nelle boutiques. E saremmo tutti felici e contenti.


12 Commenti. Nuovo commento
non amo Vuitton anche se nelle campagna pubblicitarie riesce (ovviamente) a togliere quella patina di qualunquismo e banalità che questo brand purtroppo regala a chi lo indossa oggi…
per quanto riguarda Madonna posso solo dire che il risultato è bello, perchè sotto sotto lei un tempo era molto carina, purtroppo gli anni passano per tutti ma grazie a Photoshop (forse) vivremo per sempre eternamente giovani ;)
[…] che Madonna, dopo essere stata sostituita da Louis Vuitton come volto della maison ed aver interpretato la […]
Ecco Margherita il punto è questo…le scelte folli le facciamo noi, ma che nessuno ci venga a raccontare frottole. I ricarichi ci sono e sono elevati ed eccessivi.
Un libro che apre la mente sul mondo del lusso e del brand è Deluxe di Dana Thomas (visto il genere moda, è un libro più appropriato di No Logo). Perché oltre alla questione dei disegni e delle idee, la produzione di molti capi griffati viene eseguita in paesi del terzo mondo dove la mano d’opera è pagata in modo ridicolo. Alla fine come qualcuna ha giustamente sottolineato ci guadagno solo i brand, o meglio gli azionisti di quei marchi. Ma la colpa è sempre nostra, il marketing sarà anche intelligente a stimolare il desiderio adattandosi ai tempi, ma sono i consumatori che alla fine fanno la storia e il successo di qualcosa. E come è stato dimostrato se una cosa non “arriva” il pubblico non la compra. Vuitton è un caso di marchio caro la cui produzione non è così artigianale e di lusso eppure in continua crescita. Se qualcosa la si vuole contro ogni logica, si fa di tutto per averla. Io stessa trovo assurdo pagare una borsa per quanto splendida e ben fatta più di 2000 euro, ma l’ho fatto. Il fatto che sia lavorata a mano ecc. non giustifica il prezzo, così come il fatto di non farlo per tutti i marchi (mai Vuitton ad esempio), non giustifica il desiderio inconscio di alcune scelte di lusso.
Mi sento di dover aggiungere anche io il mio commento. Sono una stilista indipendente ma ho avuto esperienze in aziende di moda e lavoro anche come free lance… i miei disegni che comprano, insieme a quelli dei miei colleghi, li pagano una sciocchezza in rapporto a quanto ci guadagnano loro producendone migliaia di pezzi. Confermo, per cui, appieno Sonia, Alice e chi come loro affermano che i prezzi finali non giustificano nè la creatività nè tantomeno i materiali!
Vi faccio un piccolo esempio: una mia collega disegnò un anno fa un giubbottino con paillettes per un’azienda mediatrice, pagando mediamente intorno ai 250, 300 euro 1 solo bozzetto (per loro sono briciole)l’azienda produttrice lo ha venduto a sua volta ad un’altra azienda di moda, non griffe di serie A ma pur sempre di una certa importanza e fama, quest’ultima lo ha pagato circa 25 euro CADAUNO, ma parliamo di migliaia di pezzi!
Ebbene…sapete il prezzo finale in negozio del giubbottino??? 400 euro!
Ho detto tutto!
Parlando di nomi altisonanti la cosa non cambia, sono solo diverse le cifre, ma le proporzioni sono le medesime!
Chi ne guadagna davvero alla fine sono solo le griffes… e il tutto è solo ed esclusivamente “giustificato” dal logo inciso sopra. Stop.
Le inchieste di Report hanno smascherato quanto certe griffe, la maggior parte, speculino sul lavoro nero e sottopagato. I costi reali che le aziende sostengono non giustificano certi assurdi ricarichi che non possono essere giustificati solo dalla CREATIVITA’ dei designer.
Parliamoci chiaro: a pagare Madonna, Scarlett e le altre siamo noi acquirenti, noi tutte siamo consapevoli dei meccanismi che stanno dietro al fashion business e ce li facciamo star bene, ma negarli sarebbe ipocrita.
mamma mia fa paura…ma xkè devono mettere queste foto false in giro dico io???
Non ti fidare di tutto quello che leggi o che vedi (esempio, report), io non sono qui a fare l’avvocato del diavolo ne’ a difendere accessori che costano svariate centinaia di euro. Sono qui per dirti e per cercare di far capire che e’ vero che i prezzi esenti da mark up sono relativamente bassi, ma fidati che un paio di scarpe di pelle, con fodera in pelle, suola in cuoio e tacco ricoperto o in un alto materiale non costa meno di 70/80 euro solo di componenti, manodopera e confezionamento finale. Poi l’azienda che produce ci mette il suo (giusto) ricarico ed il resto fa il mark up del marchio (ognuno ha il suo). Ti assicuro che le aziende guadagnano in proporzione molto molto meno del marchio. Ho dovuto farti l’esempio delle calzature perché come sai ho maggiori conoscenze, per le borse e’ un po’ diverso perché obiettivamente il lavoro manuale e’ minore in quanto la pelletteria non ha bisogno di essere messa in forma e di
tanti altri passaggi…
Giada la mia era ovviamente una battuta :) quanto però al costo delle borse rapportate a materiali e manodopera ti devo contraddire, le inchieste in merito parlano chiaro, una borsa che in boutique paghiamo 700 euro in fabbrica ha un costo fra le 30 e le 50 euro. Le proporzioni poi variano in base alle marche.
Trovo il TUTTO semplicemente… ridicolo!
davvero di cattivo gusto!
Sonia, sono d’accordo con te nell’eccesso di photoshop. Madonna non è fisicamente quella della seconda foto nè tanto meno quella della campagna dolce e gabbana.
La differenza sta nel fatto che per LV l’effetto photoshop è molto più marcato e sotto certi aspetti anche volontario (in questo caso l’artista-fotografo si esprime anche in questo, le foto vengono modificate secondo sue indicazioni) mentre se ne parla molto meno per quanto riguarda la campagna dolce e gabbana dove le hanno EVIDENTEMENTE levato 15 anni di rughe !!!!
Devo però assolutamente prendere le distanze dalla tua ultima considerazione: è vero che i cachet spesso molto alti di modelle/personaggi e fotografi e le relative campagne pubblicitarie sono spese che contribuiscono alla definizione del prezzo finale, MA in maniera molto meno incidente di quello che tu pensi !!! Le politiche di pricing sono varie e comprendono moltissimi elementi, il mark-up è solo il moltiplicatore finale, il prezzo prima di tutto è determinato da materiali, manodopera ecc ecc ecc
dici bene, e forse il digitale in generale rende tutti fotografi, ma secondo me quelli veramente bravi, si notano lo stesso. Magari il digitale e photoshop hanno solo messo in evidenza i talenti eccessivamente montati (e mi riferisco a nomi come Meisel appunto o Mario Testino). Avedon, Penn, Demarchelier, Lindberg e simili sono stati e sono bravi anche senza la tecnologia digitale. Per quanto riguarda la prima e la seconda foto è evidente l’uso del ritocco, Madonna sembra più un avatar che un essere umano, e al di là della moda di fare questo tipo di servizi che ricalcano il mondo dei video giochi, credo che non se ne possa più e sia ora di tornare a foto più vere. A me non dispiace la prima immagine. E’ Madonna. Nella seconda no.