Giuliano Zuccari è un architetto abruzzese trapiantano a New York, che ha esposto le sue insolite opere nei più prestigiosi musei d’arte moderna del mondo, sollevando proprio di recente un gran polverone. Sì perché le opere di Zuccari, recensite dall’autorevole mensile australiano Nature e dal Teleraph, rievocano le celebri zuppe Campbell’s, celebrate già da Andy Warhol e l’altrettanto celebre “merda d’artista” di Piero Manzoni, con il risultato di quadri che raffigurano lattine firmate Chanel, Louis Vuitton, Gucci, Hermes e altre ancora. Il contenuto? Fashion Shit, non serve spiegare altro, ma le grandi Top Model li stanno già acquistando per esporli nei propri salotti, secondo i rumors Kate Moss si sarebbe infatti già accaparrata l’ironica versione Chanel.
“Prendere i loghi delle più celebri griffe della moda sporcandoli e insozzandoli, riportandoli – dice l’artista – in una dimensione terrena”.

“Ho vissuto tutta la mia infanzia in campagna, nella fattoria dei miei nonni, per questo ho scelto di lavorare un materiale che definisco “ignobile ma genuino” e che sicuramente farà storcere il naso a molti, indignando i puristi dell’arte come lo sterco di vacca”. Le feci volgarmente detta “cacca” assumono connotazione sociologica: gli adulti se ne vergognano, ai cani piace annusarla, i neonati la fanno nei pannolini; cacca, pupu’, ricordino, comunque la si voglia chiamare la cacca è dappertutto. Le feci prodotte hanno già in origine colori, forme e misure di ogni genere è il nostro corpo che le plasma ed ecco come seguendo la filosofia del riuso un elemento di scarto diventa materia prima.
Nono solo mera provocazione a quanto pare, ma un vero e proprio j’ accuse che Zuccari muove apertamente contro quello che lui definisce un “consumismo affannato e disperato che propone borse e accessori deluxe che non tutti possono permettersi” ed ecco che così i nomi delle grandi maison su una latta contenente delle feci, perdono l’allure elitario che li caratterizza.
