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Amore, moda e disoccupazione: Glam cheap

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Lei è Stella, giornalista free-lance fino a ieri iperfirmata e targata Milano Bene, sempre in giro tra aperitivi glam e negozi del centro. Presto si ritrova con un marito licenziato, incollato al divano, senza troppe possibilità di ritrovarsi un lavoro.
Risultato? Una coppia precaria, come tante ce ne sono nell’Italia di oggi. Ma Stella, che lavora per una delle riviste di moda più glamour, ha una specialità: prezzare tutto, dalle borse limited edition, alle scarpe che costano quanto un affitto.Ingurgita pagine su pagine di riviste di moda, sa tutto sul nuovo catalogo di Gucci, ma… si ritrova a fare shopping da Zara, e a vendere le sue scarpe per pagare l’affitto.

E’ il diario dei loro ultimi 1000 euro, di scontrino in scontrino, cercando di salvarsi dalla catastrofe, sopravvivendo tra le sue colleghe in tacchi a spillo. Senza mai perdere l’ironia. E tra i disastri quotidiani, appare come per magia l’ “Uomo Extralarge”, un uomo che paga ancora in contanti. L’integrità di Stella sarà messa a dura prova.
Può un matrimonio resistere anche sotto eurostress?

Questo è Glam Cheap (casa editrice Sonzogno, 14€, 233 pagine) di Lisa Corva, un libro solo apparentemente frivolo, ma in realtà molto più profondo.
Uno sguardo alternativo all’ormai noto mondo del precariato. 

glam-cheap.jpg

 Fonte: La Feltrinelli

Autore: Rozenn Esvan

Nessun commento

  • antò ma di dove sei per sapere tutte queste cose verissime sui bori e sulla periferia di roma?hihihi

  • trendandthecity
    26 Novembre 2007 15:08

    Almeno si spera lo scivano bene, i nomi stranieri contengono certi orrori…H sparse senza una logica ed altri errori comici.

  • Vic B. sembra di cera. Comunque , a me preoccupano molto di più la coppia burina per eccellenza, il Totti e Hilary; visto poi, come han chiamato la figlia, non è da escludere che nelle periferie e borgate romane , ove la coppia suddetta è più adorata della Vergine Maria ( pardon per l’accostamento sacro, ma purtroppo è così), ci sia un proliferare di piccole neonate e neonati (poverette!) chiamati sventuratamente Chanel e Christian!

  • Penso che la magrezza di Victoria sia brutta da vedere perchè non naturale, poi ci sono tante ragazze magre di costituzione e quindi armoniche di natura. Ma a parte questo, magra o non magra Victoria a parer mio non ha stile… sbaglia sempre qualcosa, che sia il colore di capelli o un accessorio, o anche quella perenne espressione tiratissima, come se sorridere fosse un delitto^^

  • trendandthecity
    23 Novembre 2007 15:31

    Tranquillo, sottolineavo solo, con ironia. D’altra parte qui non si promuove nè la magrezza nè le troppe curve, siamo per la bellezza soggettiva e lo stile!

  • Cara T&t.C. (ma qual’è l tuo vero nome?) le tue misure, ovvero, 1.57 per 42 kg. vanno bene, non sei ne in sovrapeso ne in sottopeso, anzi, son sicuro che sei molto carina!
    io parlavo di Vic.B. ritenendo nn fosse un esempio da copiare in quanto a vanità….insomma…vabè che è milionaria ma se la tira troppo!!!

  • trendandthecity
    22 Novembre 2007 20:00

    Caro Antonio qui non mi trovo d’accordo, io sono alta 1,57 e peso 42 kg, devo ritenermi “non proprio un granchè” solo per questo ^^?
    Io mangio abbastanza, molte merende e cibi poco sani, non faccio sport e di certo non prendo anfetamine, su quetso potrei anche non criticarla, se poi parliamo del seno rifatto e l’espressione “mono” allora ok ^^.

  • la posh spice in effetti non è che sia granchè, alta poco più di 1.55 per 45 kg. di ossa scarse; chissà di che cosa si ciba? anfetamine? si dice tolgano la fame e aumentano l’ iperattività, però spaccano i nervi…voi che dite?

  • trendandthecity
    22 Novembre 2007 09:41

    Concordo in pieno, uno è un’icona per gay (voluta), l’altra è talmente rifatta che non ha nemmeno più un’espressione facciale, eheheh

  • altro che ridere Doroty! siamo invasi da questa specie nefasta, che vede nei coniugi su elencati le icone nazionali, surrogati del surrogato di quei tamarri che vivono in Inghilterra che rispondono al nome di David e Victoria…saranno belli, ma che cattivo gusto, this is not english style!!!

  • trendandthecity
    21 Novembre 2007 11:22

    Certo Anotnio verrai contattato tramite e-mail per spiegarti in cosa consuiste la rubrica e per chiarire qualsiasi tuo dubbio. Ti premetto comunque che non sono richieset grandi doti da redattore d’articoli, basta avere delle buone basi di scrittura e conoscere ciò di cui si parla, inoltre un tocco di ironia non guasta ^^.

  • ahahahahah… l’Homo Burinus…. ahahahhaha… Mitico Antonio!!! Mi hai fatto morire dal ridere…

  • potresti illuminarmi sulla rubrica “Trend setter per un giorno” ? sarei ben felice di dare un contributo, anche se non so se sono all’ altezza…comunque…tornando al discorso stile, non stile, dovrei dire che dopo la scomparsa dell’ ultimo principe “vero” Re d’ Italia, ovvero, il de cuis Giovanni Agnelli, icona di stile italiano nel mondo (anche se molti nn lo apprezzavano), siamo entrati nell’ era dell’ Homo Burinus, che trova in Francesco Totti e consorte i loro esponenti nazionali: inutile dire che migliaia di coppie Burinus chiameranno la figlia “Chanel”, si perchè, l’ Homo Burinus compra decine di riviste per vedere che c….. fa la icona delle mezzecalze..”ao’, anvedi comè vestita Hilary, e lui hai visto? è proprio n’ figo, scia’ stile!”
    se tutto va bene siamo rovinati.

  • Antonio si percepisce che, a prescindere dalla condizione in cui ti trovi adesso (che, concordo, è quella di moltissimi italiani), sei una persona che ha stile. E allora molto meglio lo stile a prescindere dal logo piuttosto che l’ultragriffato che, a parer mio, quasi mai è sinonimo di eleganza. In tanti si nascondono dietro al logo per mancanza di uno stile personale, per non parlare di chi nonostante lo stipendo normalissimo è disposto a qualsiasi cosa pur di avere addosso un accessorio vistosamente griffato. Per fortuna ormai ci sono gli outlet, e tante catene cheap che permettono comunque, senza spendere troppo, di vestirsi con gusto e personalità!^^

  • trendandthecity
    20 Novembre 2007 14:07

    Allora credo siamo s’accordo, di uomini e donne effetto “etichetta griffata” ce ne sono fin troppi, ma togligli loghi e griffe e cosa resta?Lo stile riesce a farlo chi anche senza spender eun capiotale riesce a crearsi uno stile. Poi se ci si può permettere qualche capo firmato (magari con il logo non troppo in vista) meglio ancora.
    Con “Trend setter per un giorno” intendevo la nostra iniziativa che permette a tutit di inviare un proprio articolo di prova che potrebbe essere pubblicato, la tua conoscenza qui potrebbe essere apprezzata anche fuori dai commenti.

  • trend setter penso di esserci nato…purtroppo, comunque… non me ne faccio una malattia se non posso acquistare più alcuni capi o accessori di griffe, anzi, ben vengano i capi cosidetti “no logo”, , anche perchè, troppa griffe fa molto effetto cartellone pubblicitario, o peggio, fa molto effetto cafone arricchito che vuole entrare nel giro di quelli che contano, naturalmente, è ovvio che signori si nasce, e una bella macchina o una bel guardaroba non basta! (per fortuna).

  • trendandthecity
    19 Novembre 2007 21:34

    Antonio il tuo modo di vivere adesso rispecchia quello di tanta altra gente, credo che la cosa fondamentale, in queste situazioni, sia non fare una malattia di certe cose che “non si possono avere” e prendere il lato buonoi delle cose, lo so sembra retorica la mia frase. Però forse pensare che poteva nadare peggio che non potersi permettere capi firmati risollevi un pò. Comunque data la tua cultura in materia magari potresti provare ad essere un “trend setter per un giorno”.

  • sto già leggendo il libro , l’ ho acquistato stamattina; devo dire che pur essendo maschio, 40enne single, mi rispecchio molto nel personaggio di Stella, essendo anche io un precario, molto precario, quasi disoccupato…anche io come lei ho un guardaroba di tutto rispetto: giacconi Fay, Piero Guidi, Henry LLoyd, Notrh Sails, scarpe Hogan estive e invernali, mocassini eleganti Tod’s etc, camicie Polo R.Lauren etc, etc, …. purtroppo però, da quasi due anni mi sono trovato a rovistare nei “China shops” per comprare un paio di sneakers perfettamente identiche a quelle in voga, pero senza logo. La cosa putrtroppo procede saltuariamente, e, la moda ormai me la faccio da me; capi degli anni precedenti sapientemente miscelati con qualcosa di modaiolo comprato ai grandi magazzini…insomma sto capando di rendita degli acquisti fatti negli anni floridi! mi intendo anche di moda femminile, consiglio le mie amiche, figurati! riconosco un paio di Church al primo sguardo, ma questa mia cultura resta sterile per ora: tutt’ al più potrei contribuire a sgrezzare i tanti cafoni milionari armati di Suv che scorrazzano nell’ Italia delle contraddizioni: in bilico fra l’ acqua santa e quella povera di sodio; dove un imprenditorucolo per fare un giro con lo yacht alla domenica mette gasolio per 1300-1400 euro…uno stipendio da favola…ahimè.

  • trendandthecity
    18 Novembre 2007 18:14

    Grazie a te

  • Thanks for very interesting article.

  • Questa è la stessa arma usata nel film “MIO COGNATO”…TANTA IRONIA CHE NASCONDE UNA DELLE PIù BRUTTE REALTA’…QUELLA DELLA DISOCCUPAZIONE…E LA DIVERSITA’ DEL BINOMIO IRONIA-TRAGEDIA LASCIA UN AMARO IN BOCCA CHE SI FA SENTIRE…sarò una delle prime lettrici….

  • trendandthecity
    13 Novembre 2007 15:14

    Credo che sia il risultato finale del miscuglio fra letture frivole e leggere ed una realtà ahimè fin tropo reale per molti.
    Se qualcuno lo legge a breve mi faccia sapere.

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