Eyeliner, maxi ciglia, labbra carnose e braccia tatuate oltre a dun fisico da pin-up che l’ha resa celebre insieme alla sua pettinatura retro. Ieri 23 Luglio è scomparsa Amy Winehouse, la giovane cantante trovata senza vita nel suo appartamento di Londra, in zona Camden Square, la causa sarebbe stata un cocktail a base di alcool e droghe. Un’altra scomparsa che tocca il mondo della musica e che fa riflettere. Una riflessione non solo legata agli eccessi, alla sregolatezza, all’abuso di alcool e l’utilizzo di droghe, ma molto più ampia e che riguarda l’intero genere umano: ho letto infatti commenti vergognosi ed imbarazzanti sulla faccenda, in cui si commentava con noncuranza l’accaduto, incentrando l’intera faccenda sullo spreco di un talento e su quanto la cantante fosse causa del suo male.
Lo stile di vita di Amy Winehouse era noto a tutti, l’insuccesso dei suoi ultimi concerti duranti i quali la giovane di 27 anni si presentava ubriaca, era sulle prime pagine delle riviste di settore e di gossip, è innegabile che il suo malessere era causa delle sue continue errate scelte e della forse incapacità di affrontare il successo e gli alti e bassi che questo comporta, ma può davvero la causa di una morte, le scelte sbagliate che hanno portato a quella tragica fine, giustificare cinismo e cattiveria di chi pensa che “in fondo se l’è cercata”?


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Ciao Valentina, io credo che a prescindere dai gusti musicali o dai propri valori, bisogna rispettare la memoria di una ragazza che non c’è più e che se qualcosa di male ha fatto, l’ha fatto solo a se stessa. Impariamo piuttosto ad ascoltare gli altri, così da farli sentire meno soli.
ciao sonia, sono una grande fan di amy e volevo ringraziarti per la sensibilità con cui hai trattato l’argomento. perchè continuare a giudicarla anche aDESSO? PERCHè NON PENSIAMO PIUTTOSTO ALL’ARTISTA CHE ERA ED AL CONTRIBUTO CHE HA DATO ALLA MUSICA?
è TROPPO FACILE GIUDICARE, INCOLPARLA PER LA SUA VITA SREGOLATA, DAL MIO PUNTO DI VISTA ERA UNA RAGAZZA INFELICE, ABBANDONATA DA TUTTI NONOSTANTE LA SUA FAMA CHE, COME MOLTE PERSONE, HA TROVATO RIFIUGIO NELLA DROGA. CON QUESTO CHIUDO PERCHè PARLARE DELLA SUA MORTE, CHE CI CREDIATE O NO, MI FA STAR MALE.
BUONA GIORNATA A TUTTI
@Danila Si è persa totalmente di vista l’umanità. per me una morte è una morte. Siamo arrivati al punto di crederci in potere di sindacare anche su questa? se stessimo parlando di un dittatore o boia magari avrebbe senso discutere di livelli di dispiacere, ma trovo, più che cinico, profondamente sbagliato dare dei “livelli di importanza o valore” alla morte. Non basta poter pagare la rehab in qualsiasi centro del mondo (esistono anche gratis) per disintossicarsi, ed essere celebri e ricchi non esula dalle sofferenze, così come la consapevolezza che c’è chi al medesimo problema reagirebbe senza rifuggiarsi nelle droghe non autorizza a sminuire la reazione di chi invece lo fa, pur sapendo che è sbagliato e orribile. E’ un discorso molto più grande. Ogni persona che si toglie la vita per una profonda sofferenza non deve ritrovarsi accusato di non avere pensato alla gente che muore per malattie incurabili o in disastri aerei, ogni morte è una sofferenza a sé ed è giusto dispiacersi umanamente a prescindere. Parlando di retorica poi… perché parti dal presupposto che tu sai che ci sono bambini malati, sai cosa vivono e sai cosa stanno attraversando mentre io no? ma volgiamo imparare che se non si conosce l’altro nulla va dato per scontato? cinismo e arroganza possono confondere le idee… tu e io non siamo nessuno per sacrificare ogni ragazzo morto suicida o per abuso di stupefacenti per dar vita ad un bambino! nemmeno Dio… scusa ma trovo queste frasi banali come star a puntualizzare per ogni boccone lasciato che nel piatto muoiono migliaia di persone di fame al mondo. Forse è la bontà e il cuore che mancano nella società di oggi e autorizzano alcuni a salire su un pulpito e giudicare con arroganza e ignoranza le scelte altrui, come se qualcuno fosse felice di aver sofferto a tal punto da porre fine alla propria vita o avesse bisogno di qualcuno per ricordargli una banalità come “non avresti dovuto”. Il semplicismo mi urta.
Ciao Sonia,
io credo che di fronte alla morte bisognerebbe essere riispettosi, ma credo anche che questo non annulli quello che una persona è stata in vita. La droga è un grosso problema e uscirne non è mai facile, però non posso non pensare che c’è gente al mondo che vorrebbe prendere dei provveddimenti, che ha bisogno di aiuto, e che non ha le risorse per farlo. Amy Winehouse non aveva certo di questi problemi….Quando ho saputo la notizia non mi sono dispiaciuta più di tanto, anche se ovviamente mi fa rabbia pensare in che modo sia accaduto e a quanto si possa avere poca stima nei confronti della propria persona, ma ho pensato “prima o poi sarebbe successo”….Io probabilmente sono un po’ cinica in queste cose, ho avuto un’esperienza in cui una persona morta che invita è stata pessima e cridele con il mondo intero, è venuta a mancare, e vedendo amici e parenti (che di fatto la odiavano e che aspettavano quel giorno) essere sinceramente dispiaciuto mi ha lasciata di stucco e l’unica cosa che ho detto è stata “non è che sicocme uno muore allora diventa una brava persona o bisogna necessariamente “assolverloa dai peccati”. Che dire, mi dispiace perchè e’ stata spezzata una vita molto giovame, e non dico che se la sia cercata ma moralmente bisogna fare ammenda….Se vedessi quanti bambini in chemioterapia ci sono e che non hanno neppure dieci anni (mi si chiude lo stomaco ogni volta), e sentissi in che modo vivono, forse sacrificheresti una “Amy Winehouse” per ogni bambino che guarisce….La vita è una cosa preziosa….Ovviamente non si è meritata questa cosa, e non mi permetterei mai di dirlo, e’ stata una disgrazia ma cercata. Non è molto diverso dal pazzoide che corre con la moto e muore in un incident e stradale…Mi dispiace se con queste parole offendo qualcuno ma sinceramente è così che la penso.
Esattamente quello che penso Ed esattamente quello che mi ha comunicato il tuo post.
Si senza dubbio, secondo me il confronto non deve generare astio né malessere, ma aiutare a capire qualcosa dell’altro o a credere nei propri principi.
Intendo dire, che a volte se non ci si avvicina ad una situazione, non dico se non la si vive in prima persona, non si capisce cosa vuol dire, che sia un suicidio, un disturbo mentale o una malattia…. Che è difficile, specie per chi non è portato ad avere un certo tipo di sensibilità, perchè, per mia esperienza, anche quando ci sei dentro, è difficile.
non è una giustificazione la mia per certi commenti o certe reazioni. essere superficiali non è la scusa per permettersi tutto. dico solo, che accettare la superficialità negli altri, sarebbe quantomeno utile, per non farsi il sangue amaro!
No dai non credo, l’ignoranza genera arroganza, non esula dal dolore e dall’empatia. Quella è la cattiveria.
E’ sicuramente vero, ma è anche vero che gli ignoranti sono più protetti rispetto al dolore. detto questo, anche io penso che chi non sa non dovrebbe parlare, eppure qualcuno ha detto che questo è il migliore dei mondi possibili…
:)
@Gea io appoggio sempre la libertà d’espressione, ma di fronte alla morte credo sia necessario comprendere che bisogna tacere e non rischiare di offendere qualcuno ha fatto una scelta così palesemente sbagliata, per quanto giustificata, che non ha bisogno di professori o campioni di vita che glielo ricordino. L’ignoranza così come l’essere schiocchi sono armi molto pericolose.
PS. scusa la punteggiatura… mi sono appena svegliata! ;)
Sonia non essere troppo dura con chi usa ironia e cattiveria. In fondo è una difesa anche quella, è molto più facile pensare che se l’è cercata, che non ha fatto nulla per salvarsi, che ammettere che a volte la volontà non basta, più a risalire la china, che pur rendendosi conto del male che ci si auto-procura non è più possibile tornare indietro, che semplicemente non dipende più da noi. non saprei dire perchè, ma lo vedo ogni giorno con le mie pazienti anoressiche, circondate da persone che non capiscono, perchè non riprendono semplicemente a mangiare, se si rendono davvero conto che quello che non fanno le ucciderà. non ci arrivano proprio a capire perchè si persegue un comportamento così “anti-vita” e a volte è dura anche per noi che ci lavoriamo ogni giorno… quindi non prendertela e pensa che ognuno reagisce a fatti così scioccanti e tristi, come può.