
Come se non ne avesse avuto abbastanza Linsday Lohan, cover girl in puro stile preppy per Vanity Fair, si racconta ed esclama “lasciatemi sbagliare”; l’attrice, cantante e socialitè è stata ancora una volta ripresa dalle autorità per aver trasgredito alle regole degli arresti domiciliari avendo dato un party non autorizzato nella sua casa di Venice Beach a Los Angeles. Gli scatti del servizio rivelano un evidente cambiamento nelle prestazioni artistiche dell’attrice, una volta protagonista di shooting degni di nota, oggi volto di scatti fotografici realizzati in un cortile senza troppa cura, ma Linsday continua c conquistare l’obiettivo con il solo potere del suo sguardo, tentando una risalita che smebra non essere tanto facile. Nel corso dell’intervista Linsday ha anche fatto un salto nel passato raccontando di come tutto ebbe inizio…
Eravamo a East Hampton, le foto erano per Vogue Bambini, la mia prima copertina. Per essere su quel set, avevo supplicato mia madre di dire alle maestre che ero malata. Ricordo benissimo la sensazione di quelle prime volte di fronte alla macchina fotografica: lo adoravo, letteralmente. Da ragazzina pregavo la mamma di portarmi ai provini. Mio padre non ha mai fatto davvero parte della mia vita, ma mia madre è sempre stata lì, l’unica persona su cui ho potuto contare.





5 Commenti. Nuovo commento
La mamma delle Lohan è nota per la smania di successo.
il problema è che Lindsay nn recitava obbligata da mamma, era lei ad obbligare la mamma ad accompagnarla ai provini! era una ragazzina prodigio, bravissima, con tanta voglia di esibirsi.
I tanti film/documentari americani tipo “Miss Sunshine” dove bambine si atteggiano a piccole Miss America non c’entrano proprio niente con la storia da attrice 13enne di L.Lohan…
Credo che Lindsay Lohan sia rimasta vittima dell’inizio troppo precoce o probabilmente dell’educazione che ha ricevuto… Non so, mi lasciano sempre un po’ perplessa le mamme che accompagnano le figliolette di 5 anni in giro per provini o per shooting fotografici, come si vede in tanti film/documentari americani. Non condanno la vanità di sentirsi a proprio agio in posa dietro ad una macchina fotografica, ma forse quando il culto dell’esteriorità ha un inizio troppo precoce è difficile crescere in maniera sana perché si perdono di vista le cose importanti, non è una scelta consapevole ma l’unica alternativa possibile perché l’unica conosciuta da sempre.
se penso alla ragazzina tutta lentiggini e capelli rossi, così dolcissima e brava a recitare in “Genitori in trappola” al fianco di Dennis Quaid, mi viene da piangere:
penso che tutti avrebbero voluto una sorellina, nipote, o addirittura figlia, come la Lindsay di quel periodo!
(della serie: come prendere una vita e buttarla alle ortiche)
Le auguro di riprendersi…
Capisco sbagliare, ma arrivare a certi livelli a cui è arrivata lei..