Avevo 11 anni la prima volta che ho visto Londra. L’ho amata e ancora di più ho amato il Regno Unito in tutte le sue diverse facce, quelle che scopri visitando Cardiff, Cambridge, il Dorset, lo Yorkshire, scoprendo ogni volta che l’Inghilterra non è solo Londra, ma una poesia raccontata da Jane Austin, Charles Dickens, Joyce, Shakespeare in cui poter vivere il presente.
Le vacanze studio in college
Avevo 11 anni, dicevo, è ho deciso di partire per una vacanza studio di un paio di settimane in Inghilterra, che divenne la prima di cinque splendide estati in cui passai dal saper dire solo “my name is Sonia” alle basi minime di inglese che la scuola non mi aveva dato (non vi annoio con il racconto della sfiga di professori diversi ogni anno ed un programma di studi ricominciato ogni volta da zero), ma il bagaglio che portai a casa non fu tanto quello linguistico quanto quello della curiosità per le diverse culture incrociate (ragazzi da tutto il mondo), gli amici di penna, le esperienze, la scoperta di tante città paesini e luoghi incredibili, la crescita personale dovuta al vivere quelle settimane da sola in mezzo a persone nuove ogni volta (con qualche volto amico che si aggiungeva ogni estate), l’autogestione del tempo, delle risorse economiche, della biancheria in valigia, di tutto. Ogni volta tornare a casa fino alla prossima volta era più difficile, ogni volta tornavo più grande, più curiosa.
Il mio amore per Londra ed il Regno Unito inizia da lì ed era già così forte ed evidente come le cotte che ti prendi al liceo, che i miei mi proposero di finire la scuola all’estero, ma io dissi di no, perché la cotta al liceo me la ero presa davvero e pensavo che quella storia fosse tutto. Ancora oggi mi mangio le mani per quella scelta idiota. Scelta che replicai iscrivendomi a Catania all’Università, salvo rinsavire al momento di fare la richiesta di Erasmus per Cardiff, salvo finire in lista d’attesa che non si sbloccò mai… e allora niente, perché di andare a studiare un anno in Romania non mi andava per niente, o Regno Unito o nulla.
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
A Londra intanto tornavo più volte possibile, davo consigli agli amici, suggerivo altre città da visitare. Pensavo a Londra e mi emozionavo vedendo ogni film, ascoltando ogni canzone, leggendo ogni libro che ne parlasse. Ma senza tristezza, senza nostalgia, senza senso di perdita, era una cosa mia, Londra era mia e me l’andavo a prendere quando volevo (infatti ogni occasione era buona per tornare). Ho iniziato a lavorare mentre studiavo, lanciare i miei progetti editoriali, viaggiare per lavoro, ero in un frullatore di cose nuove, dentro cui è arrivato anche Toni. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Venditti e per me Londra non è mai finita, è sempre stata una costante, è stata il primo viaggio con Toni, con cui l’ho scoperta in un modo ancora diverso con lui, fino a diventare un posto speciale per entrambi, in cui tornare quando si poteva, per più tempo che si poteva, da qualche settimana a qualche mese (in questo vlog su YouTube ero appena rientrata a Milano dopo qualche mese a Londra). Si presentò anche l’occasione di trasferirsi lì per più tempo qualche anno fa, ma abbiamo preferito Milano, era la scelta migliore per entrambi in quel momento, finché Londra ha fatto un giro immenso ed è tornata a bussare, quando io non ci pensavo più, Toni ha ricevuto un’importante offerta di lavoro a Londra e dato che io il mio lavoro me lo porto dietro ovunque (non senza rinunce, non senza dover riprogettare tante cose) abbiamo deciso di trasferirci.
Il trasferimento e i primi dubbi
Non vi racconterò la storia di come è stato tutto facile, scontato, non vi farò sentire in colpa o fragili perché nella vostra vita avete esitato qualche volta a prendere delle decisioni, vi racconterò che anche io ho avuto qualche esitazione e ho avuto bisogno di fermarmi e darmi la possibilità di cambiare idea. Perché è successo così. Dopo tanti anni, ritrovarsi davanti la possibilità di realizzare un sogno che avevi da bambina, da adolescente e che è sempre stato lì, ma a cui non pensavi più, spaventa. O almeno ha spaventato me. Dopo l’entusiasmo iniziale, qualche mese dopo, la data si avvicinava e sono arrivati i miei primi dubbi: “e se Londra mi deludesse? Se non fosse come me l’aspettavo? Se rovinassi l’idea che ho di Londra vivendola sul serio?” mi era successo di avere una cotta per un ragazzo per un anno intero e di non sentire niente dopo un suo bacio. E se Londra non fosse stata quel grande amore che credevo?
A questo si aggiungeva il fatto di dover rivedere alcune dinamiche del mio lavoro, il timore di rovinare qualcosa che avevo costruito per dieci anni, nonché lasciare Milano, che per me era diventata casa (qui le scrissi una lettera d’addio). Parlai con Toni e gli dissi che volevo avere un’opzione, volevo sapere che se fossi rimasta a Milano lui sarebbe andato comunque, che potevo scegliere sapendo di non ostacolarlo. Lui dopo lo shock iniziale mi disse che mi avrebbe supportata qualsiasi scelta avessi fatto, che non sarebbe stato lo stesso trasferirsi senza di me, ma che capiva. Avevo avuto bisogno di gestire l’emozione di quel sogno che si realizzava, di fermarmi a pensare come affrontarlo, che se la città mi avesse delusa questo non avrebbe cancellato quello che aveva rappresentato per me per tanti anni e di fare un piano per affrontare il mio trasferimento anche professionalmente. Qualche settimana dopo abbiamo organizzato i mesi a venire, il trasloco, programmato una lunga vacanza (un mese a Bali e poi la Sicilia per ricaricarci prima di una nuova avventura) e trascorso qualche mese distanti (io Milano e lui New York, entrambi per lavoro) e siamo partiti.
Lavorare a Londra
Lavoro come libera professionista da sempre (sono una content creator, lavoro con le aziende creando contenuti digitali soprattutto per il web, lavoro a progetti editoriali, scrivo e faccio consulenze a privati e piccole aziende che volgiono migliorare la loro presenza su Instagram), quindi non posso raccontarvi l’esperienza di chi si trasferisce a Londra per cercare lavoro, io avevo già il mio lavoro e la mia attività. Naturalmente trasferirmi all’estero è stato diverso rispetto a quando da Catania mi sono trasferita a Roma e poi a Milano, perché in questo caso ho spostato in un nuovo Paese ogni aspetto fiscale della mia attività, ho scelto di ingaggiare uno Studio di Accounting per gestire tutta la parte relativa alle tasse e devo dire che il passaggio per me è stato molto positivo, si può scegliere se lavorare come selfemployed, aprire una LTD… ci sono diverse opzioni. Prossimamente pubblicherò un articolo su come trovare lavoro a Londra, sto intervistando italiani che si sono trasferiti qui e lavorano in diversi ambiti.
Ricordo ancora la prima volta che ho bevuto una tazza di té guardando fuori dalla vetrata del mio salotto a Londra e pensato “alla fine sono arrivata, grazie per avermi aspettata” e mi sono commossa, perché sono una romanticona. Londra è stata il mio primo grande amore e dopo due anni qui – che vi assicuro a me sembrano mesi – lo è ancora.
Sono Sonia, ho 34 anni e vivo a Londra da due, mi sono trasferita perché volevo farlo da quando avevo 11 anni e oggi amo questa città più di quando l’ho vista per la prima volta.
E la vostra storia qual è? Avete scelto un’altra città o un altro Paese? Vi leggo nei commenti sotto questo post su Instagram.